Nazionale

Vivicittà in carcere: grande partecipazione per le corse di Roma e Torino

"Dedicato a chi non rinuncia a sognare": pronti, via! Scatta nel pomeriggio assolato di venerdì 20 maggio Vivicittà nel carcere romano di Rebibbia. Il murale realizzato all'interno della cinta perimetrale è uno strillo: significa, correre e sognare. Scattano in 120, un numero record per questa corsa speciale che si ripete da molti anni ed è organizzata dall’Uisp di Roma, dagli operatori impegnati nelle attività con i detenuti e dal circolo La Rondine.
80 detenuti, insieme ad una quarantina di atleti esterni provenienti da 8 società sportive del territorio, già impegnate al fianco dell'Uisp Roma con attività sportive nelle carceri. Tra i partecipanti anche Pino Papaluca, il maratoneta-barbiere che corre con la maglia di Libera. Le partenze sono due: prima quella del percorso di quattro chilometri poi quella più impegnativa di 12, in tutto simile al classico percorso di Vivicittà, un tracciato di due chilometri che costeggia le mura interne dell'istituto, da ripetere sei volte per un totale di 12 km.
Alla fine l’emozione contagia tutti, la classifica non conta anche se i primi raccolgono applausi meritati dai loro compagni, dal direttore del carcere e dai volontari e dai dirigenti Uisp. Arrivederci all’anno prossimo qui dentro non si dice, anche perchè: “Quando esco ti sposo”, è sempre il muro che parla.


Lunedì 23 maggio si è corso anche nella Casa circondariale Lorusso e Cutugno (ex carcere Le Vallette). “Era la prima volta che si organizzava una corsa all’interno di questo carcere – spiega Massimo Aghilar, vicepresidente Uisp Torino – l’atmosfera è stata quella di un attivismo molto partecipato che ha contagiato tutti. Un’emozione che ha unito tutti gli ottantanta partecipanti alla corsa. Il gioco della corsa ha trasformato il carcere in qualcos’altro. L’arrivo è stato ricavato nel campo di calcio che l’Uisp ha ristrutturato con progetto ‘Il terzo tempo’, anche grazie al sostegno della Fondazione bancaria Compagnia di San Paolo. Ringraziamo il direttore del carcere Pietro Buffa che ha collaborato attivamente nell’organizzazione di questo Vivicittà”.
(I.M.)